Il dottor David Braucher, psicologo e psicoterapeuta americano, ha pubblicato un articolo riguardante i “tradimenti” e le relazioni “clandestine”. Ne riporto di seguito un adattamento.
Prima di cedere a un tradimento sarebbe meglio guardarsi dentro e, se necessario, iniziare una psicoterapia, per scoprire cosa non sta funzionando con il proprio partner. Addentrarsi nel mondo dei tradimenti è un po’ come entrare in un Triangolo delle Bermuda amoroso: una volta che ci si ritrova con due amanti si rischia di aver bisogno di entrambi!
Il tradimento spesso inizia con la sensazione di soddisfare qualche bisogno più o meno urgente: si è stati col proprio partner per un po’ di tempo e si sente di aver perso quella molteplicità di esperienze che gli amici single possono permettersi. Un pensiero di questo tipo non viene però quasi mai messo in relazione con i propri sentimenti verso il partner.
La relazione clandestina potrebbe rivelarsi davvero passeggera, ed allora ci sarà “solo” da fare i conti con la propria coscienza e con i sensi di colpa. Ma a volte ci si innamora dell’amante. Dopo tutto si fanno esperienze diverse di se stessi a seconda delle persone con cui si entra in relazione e ovviamente nessun partner è perfetto. Allora si finisce col desiderare sia il proprio partner che l’amante: si è caduti nella trappola del Triangolo!
Triangoli d’amore
I triangoli sono strutture intrinsecamente stabili. Prendiamo un esempio dal mondo fisico: spesso ci sono antenne radio o televisive tenute da tre cavi ancorati a qualche distanza. Questo rende sicuri i pali che altrimenti sarebbero per loro natura instabili. Tutto questo vale anche nei rapporti. Nelle famiglie solitamente i bambini – o talvolta anche gli animali domestici – forniscono regolarmente un terzo “cavo” in grado di mantenere stabile la relazione romantica tra due persone.
Una terza persona tutto sommato permette di essere separati dalla relazione primaria senza dover essere soli. In ogni relazione affettiva c’è una lotta tra il mantenimento di una connessione e il mantenimento contemporaneo del proprio senso di individualità.
Si hanno dei desideri contrastanti nei confronti dell’intimità e della separazione. Si desidera essere parte del rapporto e anche essere separati da esso, come individui. Ad esempio: si può essere lontano dal proprio coniuge, ma non da soli, perché si è con i figli. Nei triangoli amorosi si può sperimentare il proprio sé come separato dal partner senza essere soli, mentre si è con l’amante.
Non è facile uscirne
I problemi evidenti sorgono quando il partner o l’amante scopre l’altro. Oppure quando si è stanchi di continuare a mentire. Oppure ancora quando la colpa prende il sopravvento e si sente il bisogno di prendere una decisione.
Come si fa a decidere “chi” scegliere quando si sente di aver bisogno di entrambi?
Quando si pensa di porre fine al tradimento, comunque ci si rende conto che la relazione primaria non è cambiata. Qualunque problema abbia portato a guardarsi attorno, probabilmente quel problema è ancora lì. Se la relazione “clandestina” ha permesso di sentirsi meglio non si ha modo di sapere se il benessere continuerà anche interrompendo la relazione con l’amante. In ogni caso, non si vuole perdere quello che si sta vivendo con l’amante.
Allora si pensa di lasciare il proprio partner ma a questo punto ci si rende conto di non sapere come sarebbe stare con l’amante senza avere anche il partner! Se l’amante non sa del partner si inizia ad avere il timore che non si verrà accettati per chi si è veramente.
Cosa fare?
Questo ciclo ossessivo rischia di non avere fine. Si va avanti e indietro cercando di prendere la decisione “giusta”, bloccati in un vortice di incertezza mentre si rischia di ferire le persone più care.
Questi pericolosi triangoli amorosi possono continuare per anni. Più spesso il triangolo viene risolto quando o il partner o l’amante decide di averne abbastanza e di andarsene. Quindi ci si ritrova con chi ha tollerato il tradimento, e si può essere portati proprio per questo motivo a svalutare questa persona e ad avere ancora più voglia di chi è andato via.
Quando ci si ritrova vicini ad entrare in uno di questi triangoli – o se si è già dentro – è necessario parlare con qualcuno: cercare qualcosa in un amante significa cercare qualcosa che non si trova né in se stessi né nel partner. Non sempre però è facile trovare risposte che vadano al di là del comune “buon senso”: vale la pena interpellare uno psicoterapeuta che possa aiutare a comprendere le ragioni alla base delle proprie insoddisfazioni. Solo così si può sperare di trovare la giusta rotta della propria vita affettiva e relazionale.