Uno dei meriti di Joseph e Anne-Marie Sandler è stato quello di sistematizzare e specificare i diversi modelli della mente elaborati da Freud: questa esigenza sorgeva a causa del sovrapporsi delle diverse elaborazioni di Freud (non sempre compatibili tra loro) che avevano portato ad alcune incongruenze teoriche nell’utilizzo di alcuni concetti.
Conseguentemente a questo lavoro Joseph e Anne-Marie Sandler propongono la prima versione del loro “Three-Box Model”, in grado di distinguere efficacemente due differenti aspetti del funzionamento inconscio, solitamente confusi e tenuti insieme dalla letteratura psicoanalitica. Il punto di partenza del three-box model è la reintroduzione della seconda censura nel modello psicoanalitico, in maniera tale da permettere un più stretto raccordo tra teoria psicoanalitica ed esperienza clinica.
Freud, nel suo modello topografico, ha più volte lasciato intendere l’esistenza di una seconda censura: ad esempio parla di eccitazioni del Preconscio capaci di raggiungere la coscienza “forse soltanto superando una seconda censura”; e ancora:
“Nulla giungerebbe alla coscienza del primo sistema che non sia passato prima attraverso la seconda istanza mentre quest’ultima nulla lascerebbe passare senza esercitare i suoi diritti e imporre all’elemento che vuole entrare nella coscienza i mutamenti che le sono più graditi” (Freud, 1900).
Normalmente il modello topografico di Freud viene concettualizzato come dotato di una sola censura tra Inconscio e Preconscio. Nell’esporre il modello topografico di Freud, invece, Sandler ritiene di particolare importanza per il lavoro clinico mantenere una seconda censura tra Preconscio e Conscio (Sandler, et al., 1997).
Nel modello dei Sandler il primo “sistema o scatola” o “inconscio passato”, come verrà definito successivamente, consiste di quelle che chiamano le “urgenze perentorie”, fantasie elaborate relativamente presto nella vita. Si tratta di
“quelle reazioni infantili, desideri infantili, o fantasie di desiderio che si sviluppano precocemente durante la vita e sono il risultato di tutte le trasformazioni che le attività difensive ed i processi di modifica hanno portato con sé durante questo periodo. Questo sistema è il bambino nell’adulto primitivo in termini di strutture mentali ma in nessun caso limitato ai soli impulsi sessuali o aggressivi”(Sandler e Sandler, 1983).
I Sandler vedono l’inconscio passato come composto di modalità inconsce di appagamento di desiderio, problem solving, rassicurazioni e aspetti difensivi: esso, in un certo senso, comprende l’Io del bambino piccolo così come un primitivo Super-Io tipico dei primi anni di vita. Dal punto di vista della complessità cognitiva, in esso dominano le teorie infantili ed è caratterizzato inoltre da un tipo di pensiero pre-operatorio, secondo la definizione di Piaget (Piaget, et al., 1967). Il sistema non è mai direttamente accessibile alla coscienza: si tratta quindi di un sistema sostanzialmente immodificabile, immerso nell’ambito non esperienziale (Sandler e Sandler, 1987). Quello che è modificabile, tuttavia, è il modo in cui la psiche adulta si adatta ai derivati di questo sistema.
Tra primo e secondo sistema vi è una censura che impedisce ai contenuti dell’inconscio di passare immediatamente nella seconda scatola senza una adeguata trasformazione: si tratta dell’equivalente della barriera della rimozione di Freud. I Sandler spiegano che i contenuti dell’inconscio passato possono essere stati, un tempo, sintonici alla coscienza ma in seguito è possibile che divengano distonici e dunque essere soggetti alla rimozione.
Il secondo “sistema o scatola” o “inconscio presente” è anch’esso inconscio (ma in senso descrittivo e non dinamico): le rappresentazioni presenti in esso possono essere soggette o meno alla censura. Esso è caratterizzato da una dimensione di profondità, poiché alcuni contenuti sono meglio tollerati negli strati più profondi che non in quelli più a contatto con la consapevolezza. L’inconscio presente, per molti aspetti, equivale al Preconscio del modello topografico o all’Io inconscio del modello strutturale, sebbene contenga anche funzioni normalmente assegnate al Super-Io. Differisce dal primo sistema in quanto
“mentre l’inconscio passato agisce e reagisce in conformità con il passato, l’inconscio presente è implicato nel mantenimento dell’equilibrio nel presente, e considera come intrusivi e disturbanti gli impulsi provenienti dall’inconscio passato” (Sandler e Sandler, 1984).
Nell’inconscio presente si creano dei compromessi finalizzati alla soluzione dei conflitti, che facilitano così l’adattamento psichico. Il più importante di questi compromessi è “la creazione e la modificazione delle fantasie e dei pensieri inconsci”. In definitiva gli stimoli (esterni o interni) diretti al primo sistema smuovono fantasie inconsce passate, che possono superare la prima censura solo in forma modificata; il secondo sistema, a sua volta, trasforma i contenuti dell’inconscio passato, che hanno superato la prima censura, in rappresentazioni di interazioni tra il Sé e l’oggetto. Questo secondo sistema è, dal punto di vista cognitivo, maggiormente interconnesso con le rappresentazioni della realtà. Ha inoltre in comune con il sistema Inconscio (dinamico) freudiano la capacità di tollerare le contraddizioni, sebbene nell’inconscio presente sia prevalente il pensiero secondario. Anche tra seconda e terza scatola vi è una censura, che però differisce qualitativamente dalla prima: laddove questa, come si è detto, può essere considerata come analoga alla barriera della rimozione di Freud, la censura tra la seconda e la terza scatola è principalmente orientata ad evitare di far giungere alla consapevolezza sentimenti di vergogna, imbarazzo e umiliazione. La seconda censura si costituisce all’inizio della latenza, quando il bambino inizia a sperimentare questi sentimenti che hanno a che fare con la disapprovazione sociale.
Il terzo sistema, infine, è conscio ed esclusivamente razionale, al punto che può essere accettato dalle convenzioni sociali (anche in questa terza scatola vi sarebbe una censura, che opera però in maniera del tutto conscia: si tratta della censura che opera una selezione del materiale che il paziente sente di poter dire all’analista; da un punto di vista teorico però non è importante come le altre due e forse non può considerarsi una vera e propria “censura”.
L’importanza clinica della distinzione tra inconscio passato e inconscio presente è rilevante: l’inconscio passato è una specie di prosecuzione delle modalità di regolazione affettiva del passato (cioè equivalenti a quelle di un bambino di età non superiore a 4 o 5 anni) nel presente. Essa non tiene assolutamente conto del bisogno di adattamento poiché si basa su aspetti infantili del Sé. L’inconscio presente invece consiste degli adattamenti, nel qui e ora, ai conflitti ed alle angosce derivanti dalla prima scatola. Segue di conseguenza, e questo ha una importanza fondamentale nelle applicazioni cliniche del modello, che il materiale dell’inconscio presente è più facilmente accessibile e più adeguato all’interpretazione: l’inconscio presente (o meglio, le fantasie nell’inconscio presente) può dunque essere considerato come il principale obiettivo per le interpretazioni, in particolare perché l’atteggiamento tollerante dell’analista, che indebolisce le inibizioni basate sulla vergogna e sull’umiliazione, permette al paziente di superare più agevolmente la seconda censura (posta tra inconscio presente e sistema conscio). Secondo i Sandler le interpretazioni che tentino di accedere, persino in un contesto transferale, alle ipotetiche fantasie “profonde” o che siano rivolte direttamente al bambino dentro senza prima rivolgersi ai loro derivati presenti nel secondo sistema, inevitabilmente finirebbero con il confondere le due forme di inconscio e con il rendere meno efficace l’impatto dell’intervento:
“lavora con le resistenze dovute alla seconda censura prima di ogni altra cosa, farai le tue ricostruzioni più avanti, quando queste resistenze saranno sostanzialmente diminuite o risolte” (Sandler e Sandler, 1983).
Questa prima versione del “modello delle tre scatole”, sebbene presenti alcune ambiguità sulla natura dell’inconscio passato che verranno successivamente risolte dagli stessi Sandler, propone in ogni caso una innovazione fondamentale nelle applicazioni cliniche, differenziando in modo chiaro gli interventi diretti all’inconscio passato e quelli operanti sull’inconscio presente.
Per approfondire:
Freud S. 1900 L’intepretazione dei sogni – Torino, Boringhieri.
Piaget J. e Inhelder B. 1967 La gènese des structures logiques elementaires. Neuchatel: Delachaux et Niestlé. – Tr. it.: “La genesi delle strutture logiche elementari”. Firenze, La Nuova Italia (1977).
Sandler J. e Sandler A.M. 1983 The “second censorship,” the “three-box model,” and some technical implications // International Journal of Psycho-Analysis, 64. – p. 413-426.
Sandler J. e Sandler A.M. 1984 The past unconscious, the present unconscious, and interpretation of the transference // Psychoanalytical Inquiry, 4. – p. 367-399.
Sandler J. e Sandler A.M. 1987 The past unconscious, the present unconscious, and the vicissitudes of guilt // Internationa Journal of Psycho-Analysis, 68. – p. 331-341.
Sandler, J.; Holder, A.; Dare, C.; Dreher, A.U. 1997 Freud’s models of the mind – London: Karnac Books – Tr. it.: “I modelli della mente di Freud”. Milano, Franco Angeli (2001).