Proseguiamo seguendo ancora l’articolo di Peg Streep <<Five relationship red flags you should never ignore>>, qui adattato e tradotto. Peg Streep non è una psicologa o psicoterapeuta ma è una scrittrice, autrice del nuovo libro: Daughter Detox: Recovering from An Unloving Mother and Reclaiming Your Life.
Non tutte le coppie cadono negli schemi distruttivi descritti con l’articolo precedente (Problemi di coppia: i quattro cavalieri dell’apocalisse). Molte ricerche hanno dimostrato che, per gli individui i cui bisogni emotivi non sono stati soddisfatti durante l’infanzia e che hanno stili di attaccamento “insicuri”, la vita di coppia potrebbe non essere così duratura. Ciò non dovrebbe sorprendere se si considera che le persone con attaccamento sicuro sono in grado di regolare in modo adeguato le proprie emozioni e si sentono a proprio agio nell’esprimere i propri bisogni e, ancora più importante, sono anche più propensi a scegliere partner con le stesse capacità.
Questo purtroppo non accade con coloro che mostrano uno stie di attaccamento insicuro, cioè un attaccamento ansioso-resistente o evitante (con i sottotipi evitante/timoroso e evitante/svalutante). Le esperienze infantili non riguardano solo il bisogno e la capacità di tollerare l’intimità ma anche la capacità di impegnarsi in discussioni senza sentirsi minacciati: questo aspetto è particolarmente problematico per coloro che hanno uno stile di attaccamento evitante.
Uno studio condotto da Robin A. Barry e Erika Lawrence (Barry, Robin A. and Erika Lawrence, “Don’t Stand So Close to Me: An Attachment Perspective of Disengagement and Avoidance in Marriage,” Journal of Family Psychology, 2013, vol.27, n.3) ha rilevato che i mariti con stile di attaccamento evitante tendevano ad essere tanto più remissivi quanto più le loro mogli esprimevano affetti negativi durante le discussioni.
Poter affrontare le discussioni in modo adeguato, senza essere eccessivamente remissivi o aggressivi, consente di restare all’interno della relazione invece che fuggirne, decretandone così la fine. In ogni relazione che attraversi delle difficoltà vi è un punto di non ritorno che, sfortunatamente, può essere visto solo a posteriori. È quindi importante rivolgersi ad un terapeuta di coppia prima piuttosto che dopo. A questo proposito l’autrice dell’articolo individua cinque importanti segnali di allarme da guardare con attenzione.
- I partner si evitano a vicenda
Questo atteggiamento può essere letterale o metaforico e serve ad assicurarsi di non essere mai in grado di avere un confronto. Ciò avviene ad esempio guardando il cellulare o la tv o ricordandosi di avere qualcosa da fare quando il partner vuole parlare oppure ancora cambiando i propri programmi in agenda in modo da non lasciare spazio per quelle situazioni in cui ci si possa trovare faccia a faccia. Questo atteggiamento può essere razionalizzato come un modo per “abbassare la tensione” o “mantenere la pace” ma in realtà non è così e se davvero si spera di salvare la relazione, andrebbe eliminato.
- Ogni conversazione e interazione tende a diventare tesa
Camminare sui gusci delle uova non è salutare e quando i dettagli cominciano a diventare così importanti – chi ha riempito la macchina per ultimo, chi non ha segnato il latte sulla lista della spesa – si è davvero nei guai, come lo sono ovviamente i figli, se ve ne sono. Quando le abitudini familiari del partner diventano insopportabili, la relazione potrebbe essere in acque pericolose.
- Le scelte importanti non si fanno più insieme
Una donna alla fine si rese conto di quanto le cose fossero messe male per il suo matrimonio quando apprese che suo marito aveva fatto domanda per un nuovo lavoro in un’altra città senza averglielo detto; l’aveva però detto ad un vicino. Cominciare a pensare come se si fosse single non è certo un segno di indipendenza in questo contesto.
- Si assiste ad un cambiamento nel modo di essere e comportarsi
Talvolta la profondità dell’infelicità di uno dei partner non viene comunicata verbalmente ma attraverso dei cambiamenti nel comportamento. La maggior parte del tempo uno dei partner è distratto e ignora l’altro oppure si concentra sui propri obiettivi personali che nulla hanno a che fare con la relazione? Il partner sembra distante e interessato ad altro? Si evita il contatto fisico?
- Quando si dice “ora non parlo più”
Questo è un gioco di potere altamente manipolativo, una specie di sfida: “prendere o lasciare”. Non importa più quanto si speri che le cose possano risolversi o chiarirsi: si è costretti a prendere atto che l’altro non ha assolutamente intenzione di cambiare. Potrebbe essere la fine.
Il fatto che una relazione possa essere salvata o meno dipende sicuramente da entrambi i partner ma anche dai tempi in cui i tentativi di salvarla vengono effettuati: non deve essere troppo tardi, non si deve andare troppo oltre.