Secondo i risultati di un recente studio, gli uomini con tratti di personalità di coscienziosità e apertura mentale sembrerebbero destinati a vivere più a lungo. Per quanto riguarda le donne invece, la maggiore longevità sembra essere correlata alla gradevolezza (socievolezza) e alla stabilità emotiva.
Viene inoltre confermato il fatto già noto che la valutazione dei tratti di personalità sia molto più affidabile se proviene da una fonte esterna che non da una procedura di autovalutazione.
I risultati, pubblicati sulla rivista Psychological Science , provengono da uno degli studi più lunghi della storia in psicologia, durato ben 75 anni (A 75-Year Study of Peer-Rated Personality Traits; Jackson et al., 2015 ): i ricercatori hanno utilizzato i dati di una ricerca iniziata negli anni trenta del secolo scorso che studiava un gruppo di circa 600 partecipanti di circa 25 anni di età, ed hanno proseguito lo studio sino al 2013.
Il dottor Joshua Jackson, professore presso il dipartimento di Psicologia della Washington University a Saint Louis e primo autore dello studio, ha detto:
“Il nostro studio dimostra che le persone sono in grado di osservare e valutare la personalità di un amico con una precisione sufficiente a prevederne decenni prima la longevità. Lo studio mostra che le persone sono in grado di vedere alcune importanti caratteristiche legate alla salute, anche quando i loro amici erano tutto sommato e per la maggior parte in buona salute. “
Ma perché proprio gli amici riescono a giudicare meglio, dai tratti di personalità, la longevità di una persona?
Il dottor Jackson ipotizza:
“Ci sono due possibili ragioni che potrebbero spiegare la superiorità della valutazione degli amici rispetto all’autovalutazione: in primo luogo gli amici possono vedere qualcosa che “manca” e che non ci si accorge ovviamente che manca. In secondo luogo, poiché la gente ha più amici, possibile fare una media delle loro valutazioni ottenendo così una stima più attendibile dei tratti di personalità.
Tramite una autovalutazione le persone possono avere una percezione distorta di sé oppure non vedere alcuni aspetti di se stessi poiché non è possibile avere un feed-back o un confronto “.
Il dottor Jackson ha sottolineato che i tratti di personalità in grado di prevedere una certa longevità potrebbero essere differenti se un nuovo studio venisse avviato oggi.
Questo perché i tratti di personalità associati ad una maggiore longevità nel 1930 potevano riflettere ruoli di genere superati.
Nel 1930 il ruolo delle donne nella società era molto più limitato, spesso nella maggior parte dei casi si limitava al ruolo di moglie casalinga che fungeva da supporto al marito e si occupava quasi esclusivamente dei figli.
Tuttavia, lo studio resta una affascinante dimostrazione del legame tra la personalità e la longevità.
Il dottor Jackson ha dichiarato:
“Questo è uno degli studi più lunghi che esistono in psicologia e dimostra quanto sia importante la personalità nell’influenzare significativamente molti aspetti della vita come la salute e la longevità e dimostra che le informazioni che provengono dagli amici o comunque da osservatori esterni possono svolgere un ruolo fondamentale nella comprensione della psicologia e dei problemi di una persona.”
Proprio come avviene in una psicoterapia o nelle consultazioni psicologiche.
Liberamente tradotto da: http://www.spring.org.uk/2015/02/two-personality-traits-which-predict-long-life.php