Quando Linda – una ragazzina di dodici anni – raggiunse il terzo livello del suo videogioco, suo padre immediatamente esclamò: “Sei bravissima! Che coordinazione! Sei proprio una grande giocatrice!” Così Linda perse interesse e smise di giocare.
Le lodi di suo padre le avevano reso difficile continuare perché dentro di sé iniziava a pensare: “Papà crede che io sia brava ma in realtà io so che non è così. Ho raggiunto il terzo livello per fortuna, se ci riprovassi potrei avere difficoltà a raggiungere di nuovo anche solo il secondo livello. Meglio se smetto di giocare ora”
[H. Ginott, A. Ginott, W. Goddard, Between Parent and Child ]In questo preciso momento in tutto il mondo probabilmente migliaia di genitori e insegnanti stanno lodando i bambini. Proprio come il padre di Linda stanno sommergendo i bambini con valutazioni positive: “Bravo, sei fantastico! Sei intelligentissima! Hai proprio talento! Sei un giocatore esperto! Sei un campione!“
Per decenni esperti, riviste e libri non hanno fatto altro che sottolineare quanto l’elogio faccia bene ai bambini e quanto sia in grado di motivarli. Il Centro per l’educazione dei genitori dice: “Uno dei modi più facili ed efficaci per consolidare l’autostima dei bambini è quello di lodarli.” Un esperto di autostima raccomanda: “Sii generoso con le lodi: ogni momento è utile per lodare sinceramente i tuoi figli.”
Ma è proprio vero che le lodi sono in grado di far aumentare l’autostima e la motivazione dei bambini?
La ricerca psicologica dimostra che molto dipende da come vengono espresse le lodi. Alcuni tipi di elogi aiutano i bambini a valutarsi meglio, ad essere in grado di accettare le sfide e a non scoraggiarsi troppo davanti a qualche fallimento. Ma altre forme di elogio sortiscono l’effetto contrario, riducendo l’autostima dei bambini, inducendoli ad evitare le sfide e a “sgretolarsi” di fronte alle difficoltà e alle battute d’arresto. In questo articolo si cercherà di fornire un quadro che possa aiutare genitori, insegnanti ed educatori a lodare i bambini in modo più efficace.
Cosa è meglio elogiare: la capacità o l’impegno?
Quando desideriamo aumentare l’autostima dei bambini possiamo sentirci inclini ad elogiare le loro capacità. Un sondaggio degli anni ’90 mostra che l’85% dei genitori crede che lodare le capacità dei bambini sia necessario per farli sentire intelligenti. Ma lodare la capacità contiene un messaggio implicito, nascosto: quando diciamo ai bambini che sono intelligenti, deducono che essere intelligenti è ciò che conta. E una situazione in cui il successo significa essere intelligenti e il fallimento significa non esserlo è una situazione profondamente spaventosa per loro.
Un padre stava giocando a un nuovo gioco da tavolo con sua figlia. Con un po’ di fortuna la bambina ha vinto e suo padre ha subito esclamato: “Sei così talentuosa!” Il giorno dopo hanno giocato di nuovo ma questa volta ha vinto il padre. La bambina, non riuscendo a trattenere le lacrime, chiese: “Papà, ho perso il mio talento?”
Negli studi della dottoressa Carol Dweck della Stanford University alcuni bambini dovevano confrontarsi con problemi impegnativi e venivano lodati o per la loro intelligenza (“Devi essere stato molto intelligente per risolvere questi problemi”) oppure per il loro impegno (“Devi esserti impegnato duramente per risolvere questi problemi”). Quando i bambini sono stati elogiati per la loro intelligenza, hanno iniziato a preoccuparsi di come i risultati si riflettevano su di loro. Così, nel tentativo di continuare a sembrare intelligenti, in seguito hanno preferito i problemi facili a quelli difficili. Quando poi sono incappati in una battuta d’arresto, hanno pensato di non avere le capacità necessarie finendo con l’arrendersi subito e ottenendo scarsi risultati.
Al contrario, quando i bambini venivano elogiati per i loro sforzi, si concentrarono maggiormente sull’apprendimento e sul miglioramento di se stessi. Nel tentativo di far crescere le loro abilità, preferivano i problemi difficili a quelli più facili. Quando incappavano in una battuta d’arresto non mettevano così facilmente in discussione le loro abilità: piuttosto deducevano che semplicemente non avevano lavorato abbastanza o non avevano usato le giuste strategie. Hanno quindi riprovato e intensificato il loro impegno.
Lodare i bambini per il loro impegno e per le strategie utilizzate li aiuta ad affrontare meglio le sfide.
Quando i bambini vengono continuamente elogiati per il fatto di essere intelligenti, possono diventare così timorosi di perdere la loro “etichetta” di intelligente che sono disposti addirittura ad imbrogliare per mantenerla.
In un recente studio di Li Zhao della Hangzhou Normal University, ai bambini veniva proposto un quiz, un gioco a domande. Dopo aver indovinato la risposta lo sperimentatore diceva loro che erano intelligenti (“You are so smart”) o che avevano fatto bene in quell’occasione (“You did very well this time”). I bambini continuarono a giocare ma lo sperimentatore lasciò la stanza dopo aver detto loro di non imbrogliare sbirciando le risposte.
I bambini a cui era stato detto che erano intelligenti avevano il 20% in più di probabilità di dare una sbirciata alle risposte! Le lodi avevano finito col mettere pressione su di loro: dovevano continuare a dimostrare di essere intelligenti.
Come ha detto lo psicologo ed educatore Richard Farson : “Indubbiamente, l’aspetto più minaccioso della lode è l’obbligo che pone a chi la riceve di essere una persona che merita quella lode…“.
Ogni volta che elogiamo i bambini, inviamo loro un messaggio su ciò che apprezziamo e su ciò che ci aspettiamo.
Il problema della “lode gonfiata”
Nel tentativo di aumentare l’autostima dei bambini spesso si finisce con l’esagerare con le lodi. Invece di dire ai bambini che hanno fatto un bel disegno si dice loro che hanno fatto un disegno fantastico. E invece di dire ai bambini che hanno fatto bene, si dice loro che hanno fatto incredibilmente bene. Ma queste “lodi gonfiate” possono essere controproducenti. Quando diciamo ai bambini che hanno fatto incredibilmente bene, possono dedurre che dovrebbero sempre fare incredibilmente bene. Poiché le difficoltà e gli inciampi sono inevitabili, i bambini possono trovarsi in una situazione in cui percepiscono di non riuscire a rispettare gli standard stabiliti per loro e quindi svalutarsi.
Un’insegnante, parlando di un ragazzo della sua classe, la cui madre lo loda in modo esagerato, disse che un giorno, mentre il ragazzo stava disegnando, guardò da vicino il suo disegno, poi i disegni degli altri bambini, e infine disse: “Non sono un magnifico disegnatore… Mia mamma mi dice che lo sono, ma io so che gli altri sono migliori di me!“
In una recente ricerca è stato studiato in che modo l’elogio gonfiato dei genitori modelli l’autostima dei bambini. Innanzitutto è difficile capire in quanto e in che modo i genitori lodino i loro figli semplicemente chiedendolo loro: l’elogio può essere diventato per loro così abituale che spesso lo fanno senza accorgersene. Quindi, piuttosto che chiederlo, è stato necessario condurre delle osservazioni dirette nelle loro case.
Non sorprende che i genitori abbiano elogiato maggiormente i figli che sembravano averne più bisogno, quelli con livelli inferiori di autostima. Ma gli sforzi dei genitori non hanno avuto successo. Anziché innalzare l’autostima situazioni di lodi eccesive erano in grado di predire una minore autostima nei bambini nel tempo: più i genitori elogiavano (ed in modo esagerato) i bambini, minore era l’autostima dei bambini 18 mesi dopo.
Al contrario, le lodi moderate e non inflazionate dei genitori non portavano ad un simile risultato. Piuttosto che fare pressione sui bambini al fine di raggiungere l’irraggiungibile, tali lodi definiscono standard realistici per loro, proteggendo così la loro autostima.
Regole e precauzioni
Si dovrebbe tenere presente che ogni volta che si lodano i bambini viene inviato loro un messaggio su ciò che si apprezza e su ciò che ci si aspetta da loro. Come ha scritto Alfie Kohn, “L’aspetto più importante di un giudizio positivo non è che sia positivo ma che sia un giudizio!” Si deve essere consapevoli del messaggio che si sta inviando. Prima di elogiare un bambino, si dovrebbe fare un passo indietro e chiedersi: si vuole insegnare ai bambini di avere come obiettivo solo quello di essere intelligenti o di poter crescere ed espandere le proprie capacità? E si vuole anche far passare loro il messaggio che dovrebbero continuamente performare al massimo o che possono impegnarsi per standard realistici?
Lo psicologo e educatore Haim Ginott sottolinea: “La lode, come la penicillina, non deve essere somministrata a casaccio. Ci sono regole e precauzioni che governano l’utilizzo di potenti farmaci: regole su tempi e dosaggio, avvertenze su possibili reazioni indesiderate. Ci sono regole simili sulla somministrazione della medicina emotiva“.
Tradotto e adattato dall’articolo originale “The Praise Paradox” di Eddie Brummelman. Il dottor Brummelman è psicologo, Marie Skłodowska-Curie fellow presso l’Università di Amsterdam e la Stanford University. I suoi studi riguardano il modo in cui i bambini costruiscono opinioni su se stessi, l’immagine di sé, il narcisismo e l’autostima. Ha conseguito il dottorato in psicologia all’Università di Utrecht.