Come mai è così difficile mettere la parola fine ad una relazione violenta? La risposta a questa domanda è una complessa miscela di motivazioni di tipo pratico,e ambientale e psicologico.
E ‘importante ricordare che uno dei motivi per cui le persone continuano a restare coinvolte nelle relazioni violente è che spesso hanno la sensazione (e molte volte non si tratta solo di una sensazione) che possa essere molto pericoloso mettere fine alla relazione. Nelle due settimane che seguono la fine di un rapporto “violento” infatti si registra il maggior numero di delitti. Le vittime inoltre spesso devono fare diversi tentativi prima di riuscire realmente a lasciare il partner violento.
Ma alcune vittime, anche se fossero in grado di superare questi timori, molte volte mancano proprio delle risorse necessarie a compiere il passo decisivo. Non è raro che si tratti di persone senza una autonoma fonte di reddito stabile e spesso non hanno in mano la gestione delle finanze familiari. Questo è il motivo per cui chi prova a lasciarsi alle spalle una situazione di abuso è invitato innanzitutto a raccogliere e reperire alcune risorse fondamentali come denaro, documenti importanti, un posto dove andare e un modo per arrivarci.
Questo porta direttamente al successivo ostacolo: trovare un posto sicuro dove andare. Si tratta di un problema pratico che però diviene complicato a causa del suo intrecciarsi con profondi risvolti psicologici. Una delle caratteristiche degli abusi domestici è l’isolamento: una volta che le vittime vengono tenute lontano da altre fonti di sostegno, è più difficile per loro di lasciare i loro partner. Alcune associazioni possono aiutare a risolvere temporaneamente il problema pratico di dove andare, ma l’isolamento sociale e relazionale è in realtà un problema molto più profondo e difficile da affrontare.
Alle vittime di violenza domestica di solito l’aggressore dice, implicitamente e anche esplicitamente talvolta, che non hanno nessun altro su cui fare affidamento, che non hanno valore e che nessun altro le può amare. Le vittime provano frequentemente vergogna per la loro situazione e non è raro che si assumano la colpa per l’abuso stesso (“se mi ha picchiato me lo meritavo”).
I messaggi messaggi che provengono dall’aggressore solitamente iniziano in modo sottile e poi diventano sempre più espliciti: sono parte di un abuso psicologico che finisce col tenere sotto scacco la vittima. È come se una voce nella testa della vittima finisse col dire: “Ti meriti questo, non puoi certo avere di meglio. Nessuno ti vorrebbe, e nessuno ti aiuterà“. Anche se cercano di andarsene, può essere difficile per le vittime di violenza domestica vedersi come persone forti, capaci o amabili.
La convinzione che questo rapporto sia il meglio che possono trovare o che sia ciò che meritano è anche una forza molto potente che impedisce loro di allontanarsi da una situazione di abuso, soprattutto quando la vittima non riconosce pienamente la sua esperienza come un’esperienza di abuso: ciò avviene solitamente solo quando le vittime possono elaborare la loro esperienza da lontano. Dopo tutto l’abuso, anche se può sembrare qualcosa di cattivo, è pur sempre per le vittime un dolore familiare e conosciuto, ritenuto forse più accettabile dell’ignoto che si dovrebbe affrontare se si ponesse fine alla relazione con l’aggressore.
Come risultato, molte vittime continuano a dare ai loro partner “ancora una possibilità”. Possono minimizzare la gravità o gli effetti del comportamento violento o abusante. Anche questa modalità ha le sue radici in dinamiche psicologiche complesse e profonde. Quando le cose vanno male di solito si è portati a cercare di farle andare meglio: in questo modo le vittime si trovano spesso nella stessa situazione più e più volte, sempre con la speranza di cambiare il finale. E non è affatto raro, come molti psicoterapeuti possono testimoniare, che alcune persone si trovino in uno stesso tipo rapporto violento, malsano, controllante, o abusante anche con una serie di persone diverse. È come se fosse in atto un inconsapevole tentativo di riprodurre una situazione traumatica, con la speranza che questa volta l’abuso sarà evitato o che davvero finirà e che il felice rapporto che esisteva prima che la violenza iniziasse avrà la possibilità di continuare. I fattori interni, psicologici ed esterni, situazionali, in grado di mantenere una persona in un rapporto malsano sono complicati e spesso intrecciati tra loro.
Liberamente tratto e tradotto da un articolo della dott. Avrigail Gordon, del William Alanson White Institute of Psychiatry, Psychoanalysis & Psychology.