Un recente studio ha trovato che i delinquenti violenti che sono contemporaneamente psicopatici, sono così pericolosi e sono portati maggiormente a continuare a delinquere perché il loro cervello non mostra un normale processo di apprendimento mediante punizioni o ricompense.
La psicopatia, o sociopatia o antisocialità è un disturbo di personalità caratterizzato da impulsività, incapacità di rispettare le regole, disonestà, spericolatezza, tendenza ad esercitare il potere ad ogni costo e incapacità di provare empatia.
La ricerca, pubblicata in The Lancet Psychiatry ha scansionato il cervello di soggetti criminali violenti, alcuni dei quali con tratti psicopatici.
Gli psicopatici avevano alcune anomalie nelle aree cerebrali legate all’empatia e al trattamento di emozioni come il senso di colpa, l’imbarazzo ed il ragionamento morale.
Il dottor Nigel Blackwood, uno degli autori dello studio, ha detto:
“I trasgressori psicopatici sono diversi dagli altri criminali per molti aspetti: i criminali “semplici” sono iper-sensibili alle minacce, irascibili e aggressivi mentre gli psicopatici hanno una risposta molto lieve alle minacce, sono freddi e la loro aggressività è “calcolata”. Ora ci sono sempre più prove a sostegno del fatto che entrambi i tipi di delinquenti presentano anomalie nello sviluppo cerebrale sin da giovane età, ma che ognuna delle due categorie ha caratteristiche peculiari. “
Delle 50 persone coinvolte nello studio, 12 erano delinquenti psicopatici, 20 trasgressori non psicopatici e 18 persone non-detenute senza segni di psicopatologia.
I trasgressori erano stati condannati per reati molto gravi come il tentato omicidio, l’omicidio, stupro e lesioni personali gravi.
Oltre alla scansione cerebrali, i partecipanti si sono sottoposti anche ad un semplice compito di corrispondenza di immagini, in cui il processo di apprendimento era facilitato da un sistema di punizioni e ricompense.
Il dottor Blackwood ha spiegato i risultati:
“Quando i delinquenti violenti hanno svolto i compiti neuropsicologici loro assegnati, non riuscivano ad apprendere mediante i meccanismi di penalizzazione, a cambiare il loro comportamento in presenza di cambiamenti imprevisti, ed a prendere decisioni adeguate nonostante mostrassero periodi di elaborazione più lunghi.”
La professoressa Sheilagh Hodgins, psicologa clinica del dipartimento di psichiatria dell’Università di Montreal, che ha condotto lo studio, ha spiegato le implicazioni dei risultati ottenuti:
“La maggior parte delle persone non attraversano mentre sopraggiunge un autobus poiché sono in grado di immaginare cosa accadrebbe se dovessero venire investiti. Nemmeno i criminali attraversano la strada mentre sopraggiunge un autobus in quanto anche loro sono in grado di imparare dalle conseguenze negative e non sembrano meno sensibili alle punizioni di altri.
È verosimile che nell’infanzia, sia i criminali psicopatici che quelli non psicopatici simili siano stati ripetutamente puniti dai genitori o dagli insegnanti per aver infranto le regole e per varie aggressioni; spesso hanno una carriera carceraria sin dall’adolescenza eppure persistono a impegnarsi in comportamenti violenti verso gli altri. Sembrerebbe perciò che la punizione non sembri modificare il loro comportamento. “
La maggior parte degli autori di reati violenti, però, non sono psicopatici, come il professor Hodgins ha spiegato: “Solo un delinquente violento su cinque è uno psicopatico:
essi hanno tassi più alti di recidiva e non traggono beneficio dai programmi di riabilitazione. La nostra ricerca rivela alcuni aspetti del perché questo può accadere e si spera possa portare a migliorare gli interventi sull’infanzia volti a prevenire la violenza o a ridurre il tasso di recidive. “
Liberamente tratto da: http://www.spring.org.uk/2015/01/the-personality-factor-that-makes-some-violent-criminals-so-dangerous.php