I ricercatori hanno fatto queste scoperte studiando i bambini a più alto rischio di autismo, in base alla diagnosi fatta su di un fratello più grande. Secondo i ricercatori infatti, circa il 20% dei fratelli minori di un bambino autistico ricevono una diagnosi di autismo, mentre un altro 30% mostra alcuni sintomi autistici.
Per lo studio, i ricercatori hanno utilizzato il fatto che i neonati spontaneamente tendono ad orientare lo sguardo verso qualcosa che si distingue nel loro campo visivo, come ad esempio una lettera S in un gruppo di X.
Per testare la capacità percettiva dei neonati, i ricercatori hanno utilizzato un eye tracker al fine di registrare i loro sguardi mentre venivano presentate delle lettere su uno schermo. I ricercatori hanno valutato i fratelli minori di bambini autistici a nove mesi, 15 mesi e due anni.
Lo studio ha mostrato che i bambini che a nove mesi avevano una maggiore capacità di ricerca visiva, mostravano anche alcuni sintomi di autismo a 15 mesi e a due anni. Secondo i ricercatori, la scoperta suggerisce che l’elevata ed insolita capacità percettiva di quei bambini potrebbe essere “intrinsecamente legata al fenotipo emergente di autismo“; lo studio (Enhanced Visual Search in Infancy Predicts Emerging Autism Symptoms; T. Gliga, R. Bedford, T. Charman, M.H. Johnson, The BASIS Team) è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.
Ora sappiamo ora che dobbiamo essere più attenti alle possibili differenze nello sviluppo delle capacità percettive – ha detto la dottoressa Gliga. – È la percezione di imprevedibilità dell’interazione sociale, ma anche di molti altri aspetti della vita quotidiana, che le persone con autismo spesso identificano come angosciante, e ci auguriamo che questo ed altri studi avvicinino sempre di più i temi legati alla ricerca sull’autismo alle esigenze dei diretti interessati.
Il nuovo studio suggerisce anche che la tecnologia eye-tracking può essere molto utile come parte di batterie di test nello screening per i primi segni di autismo.
I ricercatori ora dovranno spostare la loro attenzione su cosa spinga i bambini autistici a dei risultati così insoliti nei compiti di ricerca visiva e quindi esplorare anche i legami tra una differente percezione visiva e capacità di attenzione e le difficoltà di interazione sociale, di apprendimento e di comunicazione.
Liberamente tratto e tradotto da: PsychCentral
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