Vacanze alle spalle: si ricomincia! Bambini impegnati con scuola poi nuoto, inglese, karate ecc.
Si dovrebbe valutare con attenzione quanto tempo trascorrono i ragazzi e i bambini impegnati in attività extrascolastiche come lezioni di lingua, di musica e attività sportive. I risultati di uno studio pubblicati sulla rivista Sport, Education and Society rivelano quanto sia diventata pressante per i genitori la richiesta sociale di coinvolgere i bambini in attività organizzate e di come tutto ciò stia mettendo a dura prova, in un modo che non ha precedenti, le famiglie.
I ricercatori affermano che un programma di attività organizzate e impegnate non solo può mettere a dura prova le relazioni familiari e le risorse economiche ma può essere dannoso per lo sviluppo e il benessere dei bambini. Nel tentativo di comprendere l’impatto che le attività extrascolastiche dei bambini hanno sulla vita familiare, i ricercatori hanno intervistato circa 50 famiglie di dodici scuole primarie nel nord-ovest dell’Inghilterra.
Hanno scoperto che la maggior parte dei bambini (88%) partecipava ad attività organizzate per quattro o cinque giorni alla settimana, con il 58% dei bambini che frequentava più di una attività in una sola giornata. Le attività extracurriculari finiscono inevitabilmente con il dettare i tempi e dominare la vita familiare, in particolare per quelle famiglie con più di un figlio.
Ciò ha effetti piuttosto negativi poiché le famiglie trascorrono meno tempo “di qualità” insieme esaurendo contemporaneamente le riserve di energia (e spesso finanziarie) dei genitori. Una madre, nelle interviste, parlava di bambini esausti che addirittura “non rientrano in casa prima delle 9 o 10 di sera”, ammettendo di sentirsi “tristemente felice” quando veniva cancellata un’attività.
Nello spiegare questi risultati i ricercatori hanno messo l’accento sulla pressione esercitata da parte di altri genitori, degli amici dei bambini e della scuola affinché i figli svolgano diverse attività extrascolastiche.
“I genitori sono particolarmente desiderosi che i loro figli riescano nella vita e quindi facilitano e avviano la loro partecipazione alle diverse attività organizzate: ciò dimostrerebbe che sono “buoni” genitori “, ha detto l’autrice principale dello studio, la dottoressa Sharon Wheeler della Edge Hill University.
“Sperano che tali attività possano avvantaggiare i loro figli sia nel breve termine, mantenendoli sani e in forma e aiutandoli a sviluppare ampi gruppi di amicizie, sia nel lungo termine migliorando le loro prospettive di lavoro e carriera”.
“Tuttavia, la nostra ricerca evidenzia che la realtà può essere leggermente diversa. Sebbene i bambini possano ricavarne qualche beneficio, un programma troppo intenso di attività organizzate può mettere a dura prova le relazioni dei genitori e le risorse familiari, oltre a nuocere potenzialmente allo sviluppo e al benessere dei bambini“.
In un momento in cui le famiglie hanno in genere più disponibilità economiche e meno tempo per stare insieme, le attività extracurricolari per i figli sono diventate un’opzione più che altro comoda. Ma per la dottoressa Wheeler i genitori spesso non sono consapevoli di esagerare: “Aumentare la consapevolezza rispetto a questo problema può aiutare i genitori che si sentono spinti a investire nelle attività extrascolastiche dei loro figli ma si preoccupano dell’impatto che tali attività possono avere sulla loro famiglia, ad avere la fiducia necessaria per pianificare un programma meno intenso”.
“Se non si raggiunge un sano equilibrio, le attività extrascolastiche continueranno a prevalere sul tempo in famiglia portando potenzialmente più danni che benefici”.
Liberamente tradotto e adattato dall’ articolo originale di Traci Pedersen.