Riuscire a stabilire una buon legame con i propri figli non è qualcosa che si ottiene sempre con facilità. A volte l’arrivo di un bambino è circondato da ansie e preoccupazioni che possono complicare le cose e impedire di godere il magico momento dell’arrivo del nuovo nato.
Oggi sappiamo che una buona dipendenza è molto più che una relazione di “sicurezza” per i bambini, è anche e soprattutto il motore dello sviluppo cerebrale: una buona comunicazione affettiva permette all’emisfero cerebrale destro del neonato di svilupparsi in modo ottimale consentendo al bambino di imparare a regolare ed esprimere le proprie emozioni in forma sana.
Se la madre è sensibile alle necessità del bambino, e se comunica in modo affettivamente adeguato con lui, riesce a costruire un saldo legame che permette al bambino di essere resiliente e adattabile, ed al suo cervello di svilupparsi in modo ottimale. Quindi un attaccamento sicuro o insicuro può aiutare o ostacolare il sano e normale sviluppo cerebrale.
Sebbene sia oramai riconosciuto che sia il padre che la madre giochino in ogni fase evolutiva un ruolo importante, la qualità della comunicazione affettiva ed emotiva dei primi mesi di vita resta fondamentale. Il bambino ha bisogno di vedere l’espressione “amplificata” delle emozioni della madre, cioè attraverso quella sua tipica mimica facciale, attraverso il tono della sua voce o attraverso il tipo di contatto fisico (v. articolo sulle modalità di rispecchiamento materno degli affetti). È importante sapere che la madre, con questi comportamenti, non solo sta regolando le emozioni negative del bambino: se il bambino è nervoso, irritato o impaurito la madre riesce a calmarlo. Ma altrettanto importante è che la madre sia capace di occuparsi adeguatamente anche delle emozioni positive del bambino, come quando giocano insieme ed il bambino impara, si diverte e si eccita. Ma se la madre ha delle difficoltà nell’espressione dei suoi affetti, il bambino riceverà una manifestazione meno intensa di quanto sarebbe necessario: in questo caso il bambino finirà con il diventare come la madre ed una volta cresciuto si sentirà a disagio con le sue emozioni e non riuscirà ad esprimerle apertamente ed in modo adeguato. Di conseguenza sarà portato a ad utilizzare maggiormente l’emisfero sinistro rispetto al destro, sovrainvestendo il ragionamento logico e razionale, sopprimendo sentimenti ed emozioni, sentendosi a disagio quando qualcuno gli si avvicina ed evitando i momenti e le situazioni di intimità.
Questi comportamenti si trasmettono da una generazione all’altra: quando i genitori hanno sviluppato un attaccamento insicuro con i loro genitori è molto probabile che diventino iperprotettivi con il loro figli, troppo ansiosi nelle faccende di tutti i giorni, oppure freddi e sprezzanti.
Ma oggi sappiamo che anche da adulto si ha la possibilità di raggiungere una modalità di attaccamento sicuro: ci sono momenti nella vita infatti in cui un legame può diventare molto profondo – con un amico, un compagno o con un bravo maestro – ed è possibile che la persona si apra a questa esperienza e lasci cadere le difese caratteristiche della persona insicura. Questo rappresenta l’unico modo attraverso cui può esserci un cambiamento: le modifiche che avvengono all’interno del cervello destro devono necessariamente avvenire attraverso una legame profondo, una relazione significativa. Mentre il cervello sinistro usa l’intelletto e la logica per aumentare la capacità di pensare, il cervello destro per svilupparsi ha bisogno di un relazioni profonde con altri esseri umani.
Per i neo genitori è altrettanto importante non cercare la perfezione nella cura ed educazione dei propri figli, poiché questa ricerca rappresenterebbe la più pesante fonte di stress per il sistema familiare: il segreto per un attaccamento sicuro è certamente quello di provare piacere nell’accudire ed educare il bambino.
Quando questo dovesse risultare difficile o si dovessero riscontrare di difficoltà di attaccamento potrebbe essere utile chiedere il parere del medico, del pediatra o dello psicoanalista. Ma ci sono anche altre possibilità: quando possibile, ottenere aiuto dai nonni o da altri parenti nel disbrigo di faccende domestiche è molto importante poiché aiuterebbe ad allentare la pressione cui sono sottoposti i genitori del neonato.
È essenziale, a questo proposito, poter trasferire le conoscenze maturate nell’ambito dei legami di attaccamento tra genitori e figli alle politiche pubbliche: incrementando gli investimenti a protezione del legame tra genitori e figli (v. articolo relativo alla scelta tra asili nido e tata), alla maternità e paternità, e quelli destinati ad una migliore cura dei bambini anche attraverso una migliore formazione del personale che lavora a contatto con i bambini. Una comunità avrebbe il dovere di proteggere i legami tra genitori e figli anche perché una buona relazione tra genitori e figli porterà, molto probabilmente, a dei futuri adulti sani e ad una società più sana.