Bugie & Co.
Tra pochi giorni uscirà nelle sale cinematografiche un nuovo film sulla celebre favola Pinocchio di Collodi. La bugia è un filo conduttore che attraversa tutta la storia del genere umano: è presente in letteratura fin dalla figura di Ulisse, l’eroe astuto raccontato da Omero nell’Odissea, fino ai più famosi romanzi popolari di oggi. Queste storie risultano così affascinanti forse perché l’esistenza è permeata dalla menzogna. Lo scrittore Mark Twain più di un secolo fa scrisse: <<Tutti mentono ogni giorno, ogni ora, svegli o addormentati, nel sogno, nella gioia, nel dolore. Se si tiene a freno la lingua, mentiranno le mani, i piedi, gli occhi, l’atteggiamento.>>
La menzogna è essenziale per la sopravvivenza: secondo i biologi evoluzionisti la capacità di dissimulare è una caratteristica essenziale di molte specie viventi che può essere classificata in quattro categorie ben distinte. La prima è il mimetismo, ampiamente presente anche nei vegetali, che permette, per esempio, ad animali deboli di sfuggire ai loro predatori facendosi credere più grandi e potenti. Vi sono poi alcuni comportamenti ingannevoli più organizzati, come quello degli uccelli che si fingono feriti per allontanare il predatore dal nido o quello delle volpi che si fingono morte per catturare gli uccelli che si cibano di carogne. A un grado superiore troviamo poi le menzogne legate alla capacità di imparare dall’esperienza, per esempio i trucchi con cui cani e gatti domestici cercano di ottenere coccole o cibo da padroni di cui hanno imparato a conoscere abitudini e debolezze. All’ultimo grado della scala della menzogna c’è il tipo di bugia che ci riguarda più da vicino, perché è un’esclusiva nostra e degli altri primati: la menzogna deliberata, pianificata con l’intenzione cosciente di ottenere un vantaggio o di evitare un danno. Comportamenti machiavellici sono stati registrati in diversi primati, ma fino a che punto siano intenzionali è ancora tema di ampio dibattito. Sembra inoltre che ad un grande cervello corrispondano grandi menzogne. L’Homo Sapiens ha un cervello di grosse dimensioni, come i nostri parenti primati e in particolare le scimmie antropomorfe. La dimensione del cervello delle diverse specie di solito aumenta con l’aumentare delle dimensioni del corpo e della capacità di assorbimento metabolico. secondo questa formula tuttavia il volume del cervello delle scimmie è quello di creature che dovrebbero avere una dimensione corporea doppia. La maggior parte dell’espansione è dovuta al massiccio sviluppo della neocorteccia. Secondo uno studio dell’Università di St. Andrews in Scozia, il ricorso all’inganno da parte dei primati aumenta in funzione del volume neocorticale. I membri delle specie con i cervelli più voluminosi sono i più inclini a ingannarsi a vicenda. Ovviamente la dimensione del cervello umano supera quella di tutti gli altri nella graduatoria basata sulla dimensione del corpo…
Ma come smascherare i bugiardi?
Scoprire le menzogne è diventata un’industria che fattura milioni di dollari. L’obiettivo principale delle miriadi di aziende che offrono servizi di riconoscimento è infatti individuare chi mente su sé stesso e sulle proprie intenzioni: personaggi potenzialmente pericolosi come terroristi, rapinatori, ma anche come gli impiegati infedeli che fanno la spia ai concorrenti. Per distinguere tra sinceri o bugiardi queste società si servono di un armamentario sempre più complesso di tecnologie che vanno dalla classica macchina della verità all’analisi vocale. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle bugie le raccontano le persone comuni, fuori dalla portata di sofisticate strumentazioni. Secondo Bella DePaulo (2018; B. DePaulo, The Psychology of Lying and Detecting Lies, Paperback) psicologa all’Università della California a Santa Barbara, che esclude dal computo le menzogne gentili (del tipo “Che buono questo sugo!” oppure “Che bel vestito che hai!”) ciascuno di noi dice in media due bugie al giorno. Certo, si tratta quasi sempre di peccati veniali che a volte rendono più facile la convivenza con gli altri, tanto che gli anglosassoni le chiamano anche “bugie bianche”. Purtroppo, non è sempre così. Allora non sarebbe bello poter smascherare il collega che mente permetterci nei guai col capo, scoprire se nostro figlio ha davvero passato il pomeriggio a studiare, capire se il marito ha una cena di lavoro o un appuntamento galante? Bene, anche senza macchinari, qualche trucco per smascherare i bugiardi c’è. Ne suggerisce diversi proprio la DePaulo, che si dedica a questa linea di ricerca da oltre trent’anni.
- Anzitutto, e contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il bugiardo non appare né incerto né nervoso.
- Attenzione al suo tono di voce: la balla è solitamente pronunciata con un timbro un po’ più alto del normale.
- Un altro segnale fisico che può tradire sono le pupille: spesso chi sta mentendo le ha più dilatate.
- Le ricerche effettuate hanno anche permesso di stabilire che c’è un rapporto tra l’intensità della motivazione alla menzogna e i segnali involontari lanciati dal bugiardo: chi rischia molto nel caso in cui dovesse essere scoperto ha un atteggiamento del corpo più rigido e tende a evitare il contatto degli occhi.
- Più si desidera farla franca inoltre, più secche e rapide saranno le sue repliche alle domande a cui si è preparato a rispondere. Spesso però si tratta di risposte in cui alcune parole, e a volte persino intere frasi, sono ripetute in modo automatico e dove le negazioni compaiono più di frequente.
- Se colto di sorpresa, prima di rispondere il bugiardo, o la bugiarda, fa una pausa più lunga del normale.
- Sospettosissime infine sono quelle storie troppo perfette in cui vengono forniti volontariamente troppi dettagli tesi a confermarne la verità.
Smascherare i bugiardi insomma è possibile sia pure con qualche cautela: individuare le balle non è una scienza esatta!