L’ho fatto perché… siamo davvero consapevoli delle motivazioni alla base del nostro comportamento?
È possibile che alla base del proprio comportamento ci sia un motivo diverso da quello di cui si è consapevoli?
Per molte persone è davvero difficile accettare il fatto di non essere sempre consapevoli delle reali motivazioni che stanno dietro il loro comportamento, eppure si tratta di qualcosa che accade molto più spesso di quanto non si pensi: è un fenomeno che è stato riprodotto e dimostrato sui cosiddetti pazienti con il “cervello diviso” o pazienti “split brain”.
I pazienti “split brain” sono dei pazienti sui quali è stata eseguita un’operazione chirurgica, la resezione del corpo calloso, per curare un’epilessia intrattabile. Il corpo calloso consiste di circa 200 milioni di assoni che uniscono tra loro i due emisferi cerebrali e rappresenta gran parte delle connessioni tra emisfero cerebrale destro ed emisfero sinistro: con la sua resezione i due emisferi in pratica non comunicano più tra loro (anche se possono ancora farlo, in minima parte, attraverso il tronco encefalico o commissure più piccole, sempre che anche queste ultime non siano state separate).
La cosa interessante è che è possibile fornire a questi pazienti delle informazioni (in genere visive) che rimangono confinate esclusivamente in uno dei due emisferi: grazie a questo metodo è possibile influire sul comportamento del paziente senza che egli ne sia consapevole.
La tendenza dell’emisfero sinistro a razionalizzare il funzionamento mentale è stata illustrata con alcuni esperimenti: proiettando un’immagine nel campo laterale di uno dei due occhi si stimolano le aree visive dell’emisfero corrispondente. Michael Gazzaniga, psicologo e neuroscienziato statunitense, ha realizzato con uno dei suoi pazienti il seguente esperimento: ha mostrato la foto di una zampa di gallina all’occhio destro, in modo da stimolare e aree visive dell’emisfero sinistro, e la foto di una porta bloccata dalla neve all’occhio sinistro, in modo da stimolare le aree visive dell’emisfero destro. In seguito il paziente doveva selezionare, tra diverse immagini, un’illustrazione che fosse in relazione con le foto. La mano destra, governata dall’emisfero sinistro, scelse l’immagine di una gallina mentre la mano sinistra, controllata dall’emisfero destro, sceglieva l’immagine di una pala. L’emisfero sinistro, che non aveva avuto coscienza dell’immagine della neve che bloccava la porta, si stupì della scelta della pala, e tentò di razionalizzarla così: <<La zampa era una zampa di gallina, e per pulire un pollaio ci vuole una pala>>.
In un famoso caso clinico presentato dal premio Nobel Roger Sperry venivano proiettate a una paziente delle immagini pornografiche in modo da farle giungere solo al suo emisfero cerebrale destro: la paziente arrossì e cominciò a ridacchiare in modo del tutto coerente con il contenuto del materiale presentatole ma quando Sperry le chiese il perché del suo imbarazzo la paziente non fu in grado di spiegarlo, non era capace di riconoscerne la fonte. L’intero emisfero cerebrale destro aveva elaborato delle informazioni in modo inconscio.
Molto spesso (come nel caso del dott. Gazzaniga) i pazienti coinvolti in questi esperimenti costruiscono delle spiegazioni per giustificare il loro comportamento, spiegazioni che assomigliano molto a quel meccanismo di difesa noto agli psicoanalisti col termine di razionalizzazione. Con la razionalizzazione in pratica il paziente adduce (in buona fede) spiegazioni del tutto plausibili circa le motivazioni del suo comportamento, ragioni che tuttavia non hanno nulla a che fare con le reali origini di quel comportamento.
Lo stesso meccanismo lo si ritrova in quelle condizioni che vengono chiamate neglect (o negligenza spaziale unilaterale): un ictus dell’emisfero destro ad esempio può intaccare parzialmente sia la coscienza di sé che dell’ambiente circostante. Questa è la ragione per cui non ci si rende conto di avere la parte sinistra del corpo paralizzata e si ignora tutto quello che si trova da quella parte, sia per quanto riguarda il corpo che l’ambiente circostante. Se qualcuno si avvicina da sinistra ad un paziente non verrà notato, sebbene questi possa voltare la testa e vederlo. Inoltre il paziente non percepisce più come propri il braccio o la gamba di sinistra, non lava e non veste quella parte del corpo e pettina i capelli solo sulla parte di destra della testa. Questa strana situazione di neglect viene mascherata dal paziente con grande fantasia e inventiva inventando inconsciamente opportune spiegazioni. Quando viene chiesto loro se possono muovere il braccio sinistro spesso ci si sente rispondere “Sì, certo che posso farlo, ma è meglio se lo lascio a riposo”.
Tutte queste fantasticherie rispondono a un principio generale dell’apparto psichico: se il cervello non riceve sufficienti informazioni, ne produce da solo per colmare le lacune. Il cervello riempie quotidianamente in modo inconsapevole i buchi, che siano visivi, uditivi, tattili o di memoria. Si è convinti che le cose stiano come le si vede, le si sente o le si ricorda ma spesso si tratta di una ricostruzione fatta dall’apparato psichico.