Definire la normalità è sempre un compito impossibile, tanto più quando si cerca di definire la normalità in ambito sessuale. Se nel mondo animale la funzione primaria dell’atto sessuale è quella riproduttiva, nel caso della sessualità umana non è possibile parlare di sessualità in termini così ristretti. La sessualità umana non dipende più dal ciclo dei periodi fertili e la donna è divenuta disponibile al rapporto anche al di fuori dei giorni fecondi e potenzialmente eccitabile per la maggior parte del tempo.
Da questo punto di vista l’unione sessuale per gli uomini e per le donne avrebbe la duplice funzione di procreare e di procurare piacere, piacere che servirà a mantenere un legame stabile tra i due partner al fine di garantire la divisione dei compiti e la protezione necessaria per l’accudimento della prole.
In effetti in ambito clinico si osserva molto spesso come la sessualità riesca a fornire un legame a coppie “problematiche”. Quando ad esempio con l’avanzare dell’età la sessualità non ha più un ruolo così centrale nella coppia, i conflitti escono allo scoperto e diventano difficilmente gestibili.
La sessualità umana quindi ha un duplice significato: quello riproduttivo e quello relativo al piacere sessuale. L’uomo ha in qualche modo dissociato questi due aspetti investendo ciascuno di essi di profondi valori e significati: sessualità e procreazione fanno parte dei progetti esistenziali umani, entrano profondamente nella dimensione culturale e psicologica ed all’interno di queste assumono forma e significato. La sessualità è un elemento fondamentale per lo sviluppo della personalità ed all’interno della sessualità un essere umano (o una coppia) sceglie in modo del tutto singolare come inserire i diversi aspetti legati al piacere, alla relazione ed alla riproduzione.
La sessualità umana è quindi estremamente complessa e molto variabile, si modifica nel tempo e varia da persona a persona. La sessualità maschile è per alcuni aspetti differente dalla sessualità femminile. Spesso le persone si chiedono cosa nella sessualità sia normale e cosa non lo sia. Fino a non molto tempo fa veniva considerato anormale qualunque comportamento sessuale che non fosse direttamente riferito alla riproduzione. È ovvio che una definizione del genere non poteva non lasciare fuori molti comportamenti e molti modi di vivere la sessualità.
Oggi, sebbene i tempi siano cambiati e la percezione sociale della sessualità si sia notevolmente modificata, resta comunque problematico definire la normalità: non sono pienamente soddisfacenti né criteri statistici (che variano a seconda del tempo e del luogo) né criteri ideologici (che variano a seconda della propria fede o delle proprie regole di vita).
La sessualità può essere vista in relazione a tre diversi aspetti: il proprio vissuto, l’oggetto desiderato ed il tipo di relazione sessuale che si instaura. È riferendosi a questi tre aspetti che si può tentare di definire un qualche criterio in grado di segnalare qualcosa di “anomalo” e/o fonte di disagio.
- Anomalie del vissuto personale: rispetto a questo elemento è certamente causa di disagio la presenza di confusione rispetto alla propria identità o condotta sessuale, che porta spesso alla percezione di attuare comportamenti sessuali non per una propria libera scelta ma per una specie di compulsione interiore (“non posso farne a meno”). Causa di disagio è la sensazione di angoscia che si scatena all’aumentare dell’intimità o del contatto con l’altro. È ancora causa di disagio una disfunzione sessuale non temporanea che non viene affrontata in terapia. Altre problematiche soggettive possono essere varie paure o fobie dei genitali dell’altro oppure preoccupazioni ossessive per la sessualità. In questi casi è necessaria una psicoterapia in grado di analizzare ed elaborare i sottostanti conflitti intrapsichici del soggetti.
- Anomalie nell’oggetto del desiderio: si tratta in particolare di quei casi in cui l’altro non esprime o non può esprimere il libero consenso (sia psichicamente che giuridicamente) al rapporto sessuale. In questo ambito rientrano le violenze, i rapporti con persone handicappate, la pedofilia o la necrofilia oppure ovviamente quei casi in cui l’oggetto non è una persona ma una cosa o un animale.
- Anomalie nella relazione: si può parlare di anomalia nella relazione quando il rapporto sessuale viene attivato esclusivamente attraverso rituali stereotipati, rigidi e ossessivi oppure quando si pratichino comportamenti pericolosi o dannosi per sé o per l’altro. Può essere inoltre considerata anomala una relazione sessuale che manchi completamente di alcuni elementi fondamentali e si riduca invece ad utilizzare esclusivamente alcuni canali ed ambiti sensoriali (si pensi al voyeurismo, ad alcune forme di feticismo, all’esibizionismo ecc.).